Luciana Mazzone, Cercolanarra

Oggi, per LA GENTILEZZA CHE CRESCE, vi presento Luciana Mazzone che, durante il secondo lockdown, ha deciso che sarebbe andata sotto le finestre dei bambini di Cercola (NA) con un megafono a leggere favole.

Luciana Mazzone è impegnata, insieme ad altri volontari, con il Comitato Cittadino Volontario per la tutela e la promozione dell’educazione, CERCOLANARRA a portare storie, giochi, parole, canzoni ai bambini del suo comune, Cercola, in provincia di Napoli.

Tutte le possibilità della parola a tutti, dice Rodari, questo è il loro motto.

Ciao Luciana, CERCOLANARRA è un comitato cittadino volontario per la tutela e la promozione dell’educazione, ci racconti come è nato?
Cercolanarra – comitato cittadino volontario per la tutela e la promozione dell’educazione è nato durante il secondo lockdown vissuto in Campania lo scorso novembre.
Il progetto è nato per gioco. Insieme ad alcuni studenti del mio paese, che mi hanno appoggiata in questa avventura iniziale arricchendo l’idea originale con le loro competenze e idee, abbiamo promosso l’iniziativa gratuita provando a raggiungere i bambini residenti nel nostro paese. Ci siamo muniti di un megafono e di alcuni albi illustrati e abbiamo raggiunto i bambini ai loro balconi provando a ricreare una relazione fatta di fisicità ed emotività.

Gli albi illustrati sono libri con poche parole e tante immagini. Spesso sono caratterizzati da un ritmo rapido e sono un’ottima risorsa per favorire lo sviluppo di adeguate competenze di alfabetizzazione critico –visiva ma anche spunti dialogici da cui partire per creare nuove trame narrative.
Portare la lettura ad alta voce sotto ai balconi dei bambini, utilizzare un megafono per garantire un tono di voce calmo e coinvolgente ci ha permesso di proporre ai bambini tematiche come l’importanza dell’uso delle parole, la collaborazione, il non arrendersi difronte alle difficoltà ma anche narrazioni coinvolgenti, divertenti che hanno innescato spunti narrativi individuali e collettivi da cui siamo partiti per costruire un percorso pedagogico collettivo itinerante.

Dove operate e perché? Quanti sono i bambini e le bambine che non hanno accesso a tutte le parole, le storie, l’educazione, che gli servono per crescere?
Il progetto nasce per raggiungere i 2057 bambini fascia 0-11 anni residenti nel comune di Cercola, piccolo ma grazioso paesino alle falde del Vesuvio. L’11,65 % della popolazione cercolese è costituita da bambini, un dato molto importante.

Dall’arrivo della pandemia i bambini campani sono stati troppe volte disorientati dalla chiusura prolungata delle scuole. Indipendentemente dalla nostra posizione a favore o a sfavore della chiusura delle scuole, ci è sembrato doveroso sostenere i bambini e le loro rispettive famiglie. Nella vita oltre ad essere una madre di quattro bambine, sono una pedagogista musicale che opera sul territorio promuovendo laboratori musicali per le famiglie. Troppo spesso in questo lungo periodo mi sono sentita impotente verso quei bambini di cui sono responsabile.
I bambini sono stati privati della scuola, del luogo in cui la comunità educante per eccellenza si nutre di relazioni e consolida i rapporti sociali e, soprattutto, del luogo in cui, da sempre, si costruisce il pensiero delle giovani menti. I bambini, nonostante tutto, ci hanno dimostrato di avere pazienza, di essere resilenti ma la loro richiesta d’aiuto è palese e spesso non accolta.
A tale richiesta d’aiuto non accolta, abbiamo pensato di rispondere con una nuova se pur antichissima modalità metodologica. 

L’idea è stata quella di promuovere una progettualità che potesse restituire il “poter essere fisicamente dentro la relazione educativa reale”. Nasce così “ Favole al megafono” come forma di relazione amorosa, per citare Freire, che salvi e promuova i valori autentici presenti in ogni bambino.

Munirsi di un semplice megafono, utilizzare albi illustrati da cui partire per sensibilizzare i bambini all’ascolto ma, soprattutto, per invitarli al dialogo, alla condivisione di esperienze per provare ad interpretare ciò che gli accade e trovare delle risposte insieme. Questa ci è sembrata l’unica via d’uscita per continuare a restare dalla parte dei bambini.
Promuovere esperienze educative in presenza per provare a tessere le trame di una rete collettiva in cui i bambini non restino una responsabilità delle loro famiglie ma vengano considerati per quello che sono, cioè risorsa e slancio delle comunità.


So che c’è un megafono per le #favolealmegafono con un adesivo Burabacio “Sii Gentile”, ne sono molto lusingata. Sei tu che racconti le favole al megafono? Come funziona?
Quando acquistai il megafono eravamo in zona rossa quindi fui costretta a comprarlo online. Arrivato, il megafono sembrava un normalissimo megafono. A noi serviva invece un megafono speciale, che trasmettesse fiducia e voglia di partecipare. Così pensai di impreziosirlo con un adesivo giallo, un adesivo Burabacio, su cui si leggeva bene “Sii gentile”. La tua frase mi rapì e la scelta fu vincente.

Oltre alle favole al megafono organizzate anche momenti di gioco. Quanto è importante il gioco per veicolare l’educazione? 
Gli albi che leggiamo ai bambini e alle famiglie sono degli spunti dialogici da cui partire per proporre poi dell’altro.
Abbiamo per esempio proposto laboratori di fisica in cui abbiamo imparato a riconoscere le vibrazioni dei suoni, abbiamo imparato le leggi dell’equilibrio giocando con i baricentri, equilibri e pesi. Abbiamo costruito slitte ad aria compressa e trovato arcobaleni giocando con la luce.
Abbiamo composto canzoni avvalendoci della collaborazione di alcuni musicisti che, gratuitamente, ci hanno sostenuto.

Abbiamo dipinto con i bambini cartelli di legno su cui abbiamo scritto: “Qui si gioca” che poi abbiamo lasciato in una piazza del paese.
Il gioco, insieme al movimento e alla creatività, sono alla base di ogni processo educativo. 
Questi tre aspetti gioiosi sono esercitati dai bambini ed è lì che i bambini sono compresi non solo per l’età ma soprattutto per lo spirito che contengono queste azioni che sono particolarmente contagiose anche per gli adulti.

In quanti siete che vi adoperate per portare le parole a tutti i bambini? Se qualcuno volesse diventare un vostro volontario/a come deve fare?
A novembre eravamo in tre, oggi siamo dodici volontari sul territorio che si alternano e supportano nelle proposte educative. Poi c’è chi ci sostiene da lontano.
Inizialmente, per esempio, abbiamo utilizzato gli albi in nostro possesso poi abbiamo comprato il primo albo pensando ai bambini di “Favole al megafono” e questo gesto ne ha innescati subito degli altri.

Sono arrivate le prime donazioni, da parte di cittadini cercolesi, da una casa editrice di Cremona che ci ha inviato tre albi e tanta carta da poter utilizzare in laboratori espressivi. Una docente ci ha regalato degli albi usufruendo del rimanente budget della carta docenti da lei in possesso. Un centro di distribuzione libri del territorio ci ha donato molti albi, giochi che abbiamo utilizzato nella nostra progettualità e che resteranno a disposizione dei bambini di Cercola anche dopo questo periodo. Questa è stata una piccola rivoluzione solidale che ha dimostrato ai nostri bambini che con il buon esempio abbiamo la possibilità di migliorare la realtà che ci circonda e ci appartiene.

Leggo, dalla vostra pagina facebook, che basta scrivere la via in cui si abita per essere raggiunti da favole, storie e giochi, mi sembra una cosa fantastica
Si, è molto semplice partecipare all’iniziativa. I bambini che vogliono possono disegnarci un megafono e inviarcelo sulla nostra pagina facebook “Cercolanarra”, indicando l’indirizzo di casa. Grazie ai bambini che ci hanno scritto abbiamo raggiunto cento famiglie e coinvolto molti volontari.

Come vengono accolte le vostre iniziative? Sono davvero destinate unicamente ai bambini?
Io, che bambina non sono, mi fermerei sicuramente ad ascoltarvi!
Raccontami la cosa più bella che è capitata da quando avete dato vita al vostro progetto.
Le nostre iniziative sono accolte con entusiasmo da parte dei bambini ma, soprattutto, sono accolte con grande partecipazione dagli adulti di riferimento.
Se ci soffermiamo a pensare alle famiglie in questo momento storico che viviamo, saremo tutti d’accordo nell’affermare che è sulle famiglie che è caduta tutta la responsabilità educativa dei bambini.

Durante i nostri percorsi incontriamo nonne che accudiscono i nipoti e che hanno bisogno di un supporto per offrire ai bambini momenti di svago, confronto tra pari, momenti ludici che loro non riescono ad offrirgli.
Incontriamo madri che hanno bisogno semplicemente di confrontarsi, di sentirsi coinvolte in qualcosa di bello e costruttivo di cui loro stesse sono creatrici. Abbiamo incontrato padri in difficoltà che, nonostante tutto, hanno trovato il modo per far partecipare i loro piccoli.

Molte sono le cose belle che sono capitate perché quando si è mossi da un’energia positiva non può essere diversamente. A dicembre abbiamo portato in giro per le strade del nostro paese “Concerti al rovescio”.
Una macchina furgonata della protezione civile, messa a disposizione dal nostro sindaco che ci ha sempre supportati in questa iniziativa, ci ha dato la possibilità di portare in giro per le strade musicisti e strumenti.
Abbiamo ascoltato la “Primavera” di Vivaldi dal violino di un violinista cercolese che suona nell’orchestra giovanile Scarlatti; abbiamo ascoltato giovani ragazze che studiano nella scuola di musica del paese cantare brani celebri natalizi ma la cosa che più ha toccato il mio cuore è stato quando abbiamo ballato il valzer di Chopin in strada coinvolgendo i passanti. A suonare sul furgonato c’era un abilissimo pianista, per strada bambini, donne e uomini danzavano leggiadri un valzer dolcissimo che destava stupore coinvolgendo emotivamente tutti.

Qual è la difficoltà maggiore che avete trovato?
Ogni progetto incontra delle difficoltà durante la sua realizzazione. Le difficoltà per me rientrano nella sfida educativa e per tanto possono essere considerate sempre come un punto di partenza.
La difficoltà maggiore che incontriamo è il combattere la resistenza al cambiamento.
Il cambiamento spaventa, si ama la propria routine, siamo oramai abituati a lamentarci delle ingiustizie che subiamo ma allo stesso tempo ad accettarle tendendo a mantenere le cose così come stanno. La parte più dannosa di questo atteggiamento è il cattivo esempio che diamo ai nostri bambini. Costruite un’alleanza educativa tra chi con ruoli diversi può contribuire a migliorare una comunità è faticoso ma non impossibile.
È un inizio di cambio di direzione.
Per ora siamo felici di essere riusciti, attraverso questa iniziativa, a creare un gruppo di genitori e cittadini che in qualche modo si sono riconosciuti e accolti ma vi è un lungo lavoro ancora da fare.

Sarebbe bello se ogni comune avesse un comitato per la tutela e la promozione dell’educazione, avete mai pensato di coordinare un movimento più grande?
Sarebbe un sogno immaginare che ogni comune potesse avere un comitato per la tutela e la promozione dell’educazione, un comitato fatto di professionisti del settore ma anche studenti, genitori, semplici cittadini che si prendessero cura dei bambini offrendo loro spazi e tempi creativi e costruttivi.

Come Burabacio ho scritto e disegnato per anni i SII GENTILE, degli spunti di gentilezza ogni lunedì e adesso, con il SII GENTILE IN BOTTIGLIA, invito le altre persone a scrivere il loro messaggio gentile in bottiglia e a diffonderlo.
Mi lasci un SII GENTILE IN BOTTIGLIA anche tu? 

Credi in te stesso, tu sei unico ed il mondo ha bisogno di te.

Secondo te che messaggio di incoraggiamento o conforto hanno bisogno di leggere le persone, oggi?
Le persone hanno bisogno di essere sostenute con messaggi propositivi e azioni buone. C’è troppo smarrimento e soprattutto poca consapevolezza delle proprie capacità.
Ognuno di noi, a suo modo, può contribuire a migliorare la realtà che ci circonda provando a mettersi in gioco, mettendosi in ascolto e accogliendo l’altro, provando ad andare oltre le apparenze, gli stereotipi, rifiutandosi di accettare quei modi di fare in cui non ci riconosciamo più.
Cercare dentro noi stessi il bambino che siamo stati, provare ad ascoltarlo e farlo rivivere nella nostra quotidianità. 

Grazie Luciana!
Potete seguire CERCOLANARRA su Facebook.

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LA GENTILEZZA CHE CRESCE è un ciclo di interviste per dare voce a chi in questo momento è la foresta che cresce e si impegna per migliorare la realtà in cui vive.

Credo fermamente che in un mondo gentile si viva, e si lavori, meglio!
Per anni ho promosso la gentilezza usando parole e disegni ma so di non essere sola, anzi.
Tantissime persone lavorano in silenzio allo scopo di aiutare gli altri, rompere l’isolamento, creare un senso di comunità, confortare o supportare.

Con LA GENTILEZZA CHE CRESCE voglio dare voce a chi si impegna, far conoscere le storie di persone che un giorno hanno deciso che si sarebbero messe in gioco per fare qualcosa di buono per gli altri.
Le storie ispirano, infondono coraggio, sono uno sprone.
Parlare di gentilezza in modo generico è bello ma non ha la potenza di una storia come questa.

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